Ronald Weinland

PROVARE LA VERITÀ DI DIO

La settimana scorsa non c’è stato un post, e penso sia bene menzionare il motivo. Dio semplicemente non mi ha rivelato alcuna cosa da scrivere. Ci sono sempre delle lezioni da imparare dal modo in cui Dio ci conduce.

Siamo benedetti per il fatto che ci viene dato cibo spirituale ogni Sabato, perché questo è uno degli scopi principali del perché Dio ci ha dato questo giorno – per insegnarci le Sue vie. Non dobbiamo mai dare questo per scontato. È importante che noi si preghi continuamente che Dio alimenti spiritualmente ed ispiri coloro che preparano i messaggi che riceviamo.

Questo corrisponde con quello che ho spesso detto in rispetto alla preghiera nella vostra preparazione personale per la Festa dei Tabernacoli e i sermoni che ascolterete. Si dovrebbe anche pregare nello stesso modo nel corso dell’anno per tutta la preparazione e predica dei sermoni che verranno dati. Questo include non solo chiedere aiuto per il predicatore, ma dovremmo anche chiedere di essere in grado di ricevere spiritualmente ciò che viene dato. Il nostro spirito in tali questioni riflette un atteggiamento verso Dio. Esso rivela come pensiamo e se siamo “sazi” o “affamati” per la parola di Dio – per la Sua guida, la Sua correzione, la Sua ispirazione, le Sue vie, ecc. Se ci sentiamo “sazi”, allora questi tipo di preghiera, di fame, e gratitudine verso Dio per quello che ci dà non occuperà molto del nostro “pensiero”. Rifletteremo invece uno spirito Laodiceano che sta diventando tiepido, e non uno spirito che è spiritualmente attento, desideroso e zelante perché le vie di Dio vivano in noi.

In realtà, ciò che noi investiamo spiritualmente in quello che deve essere dato nei sermoni, ha una misura corrispondente in ciò che saremo in grado di ricevere da essi. Molto di questo si riduce al tipo di valore e di importanza che effettivamente diamo a ciò che Dio ci offre.

Questo è un buon momento per questo ammonimento importante in quanto il ministero è stato incoraggiato a iniziare a concentrarsi sulla preparazione dei sermoni per la Festa. Quest’anno stiamo anche pensando di aggiungere qualcosa di nuovo al programma dei sermoni. Inoltre agli evangelisti, ci sono alcuni altri a cui è stato chiesto di preregistrare metà sermone per la Festa, nella possibilità che venga selezionato per essere utilizzato in quel periodo. Anche se non è importante a questo punto che voi sappiate chi sono coloro che stanno lavorando su questi, ciò che è importante è che voi preghiate per queste persone che non hanno mai avuto una tale responsabilità o possibilità di servire Dio in questo modo. Maggiori dettagli su questo probabilmente verranno menzionati più tardi in questa estate.

Questo Post
Dato che non sono stato ispirato nello scrivere un post per la settimana scorsa, ho scritto una sorta di “lettera personale” a tutto il ministero, e poi ho deciso che quella lettera venisse messa a disposizione di tutti i fratelli. Ho detto in quella lettera che, avendo iniziato a scrivere, Dio mi ha mostrato quello che il prossimo post, ossia questo, avrebbe trattato. È importante che ora ripeta il paragrafo che ha portato a quello che Dio mi stava mostrando e che doveva essere discusso in questo post.

In quella lettera al ministero, ho fatto riferimento alla serie di post che era appena stata completata dal titolo, “4 Anni e Mezzo Straordinari,” e ho scritto il seguente paragrafo:

“Avendo scritto quella serie, ci sono diverse cose che sono arrivato a ben più profondamente apprezzare e capire. Una di queste riguarda l’importanza delle verità che Dio ci ha dato, che ci distinguono in modo così potente come Sua vera Chiesa. Ho spesso incoraggiato la Chiesa a ripassare le 57 Verità. Ripassare queste verità, al fine che mettano più radice in noi non può essere sottolineato abbastanza. Dio le ha predisposte per la Sua Chiesa, sia nella loro sequenza, numero e nei tempi che sono state date, nonché per lo scopo che servono e insegnano. Dio non ha rivelato queste verità in modo casuale, nello stesso modo che Egli non ha creato a caso le galassie. Tutto serve uno scopo e per un tempo determinato – è per disegno di Dio”

Mi sono spesso meravigliato, soprattutto dopo l’Apostasia, come alcune persone hanno affermato di essere in unità con le verità rivelate attraverso Herbert W. Armstrong, ma nemmeno cominciano ad essere in unità con la prima che viene attribuita ad essere stata rivelata attraverso di lui – Il Governo di Dio. Queste stesse persone parlano spesso di tornare ai “principi fondamentali”, e a volte parlano di “provarli di nuovo.” Ma quali sono questi principi fondamentali? Sono forse le decime, i Sabati di Dio, il nome della Chiesa? Che cosa c’è da provare in queste cose? Come si fa a “provarle”? Quelli che dicono queste cose, lo fanno in un contesto di tornare a “provare” queste cose per se stessi come le verità di base di Dio.

La verità è che non potete “provare” la veracità di queste cose “per vostra iniziativa “. Anche tale uso della parola “provare” è in grande errore. Allora da dove proviene una tale idea?

In passato, durante la parte successiva di Filadelfia e poi in Laodicea, questo concetto di “provare” le scritture o la verità, cominciò ad assumere un significato falso che incorporava un concetto molto ingannevole. Questo veniva insegnato inconsapevolmente, stupidamente, o semplicemente falsamente da un numero crescente di ministri, e persino cominciò ad apparire in alcune delle pubblicazioni di alcuni autori.

Per meglio capire come questo fraintendimento è venuto ad essere, innanzitutto sarebbe bene andare indietro nel tempo e considerare i tempi in cui i primi apostoli avevano insegnato e scritto su ciò che Dio loro diede. Alcuni di coloro che hanno male interpretato le scritture, citavano un versetto scritto da Paolo che è stato utilizzato per dimostrare che le persone dovrebbero “studiare” la parola di Dio per essere approvate da Lui: “Studiati di presentare te stesso approvato davanti a Dio, operaio che non ha da vergognarsi, che esponga rettamente la parola della verità.” (2 Timoteo 2:15). Ma il concetto di studio moderno, non può in alcun modo applicarsi a quelli nella Chiesa, nel periodo di tempo nel quale Paolo scrisse questo. Oggi uno può fare ricerca attraverso i libri, programmi di studio, mediante l’uso del computer (programmi di studio o l’uso di Internet) per “studiare” la parola di Dio, ma anche in questo caso bisogna essere estremamente cauti e in guardia.

Non c’era nulla di lontanamente vicino a questo concetto di studio in ciò che Paolo stava dicendo a Timoteo. Il Nuovo Testamento non era ancora stato completamente scritto a quell’epoca, e la gente non aveva facile accesso alle scritture del Vecchio Testamento, come è il caso oggi, attraverso una grande quantità di libri stampati.

La parola greca tradotta in inglese come “studio”, in realtà significa “essere diligenti e/o di lavorare.” Paolo stava semplicemente dicendo a Timoteo, come ministro, di essere diligente e di lavorare con saggezza nel suo ministero, mantenendosi fedele ad insegnare la parola della verità come aveva imparato da lui (nel contesto dei versetti precedenti). Ma ci sono alcuni in passato che hanno fatto uso di questa parola, malamente tradotta in inglese come “study”, nel suo uso moderno, col fine di trasmettere un concetto che nemmeno esisteva ai tempi di Paolo, nel senso che viene usato oggi.

Eppure, avendo detto tutto questo, è necessario capire che dovremmo usare gli strumenti a nostra disposizione al fine di essere “acuti” nella conoscenza e nella comprensione della parola di Dio. Certo, è un bene se si studia, ma come cosa si studia sono di massima importanza. È proprio come Paolo ammonì Timoteo, come ministro, di insegnare fedelmente agli altri ciò che aveva ricevuto per mezzo di lui.

Tuttavia, vi è un falso concetto che può essere collegato allo “studio” se uno non fa attenzione, che è il pericolo associato con l’uso improprio ed il falso insegnamento di applicarlo a una scrittura come questa. Per qualsiasi ministro in passato aver utilizzato questo versetto in questo modo era sbagliato. Non solo costituisce errore, ma inoltre distorce quello che Paolo stava effettivamente dicendo a Timoteo, e può inculcare un “concetto” molto pericoloso nella mente. Questo concetto è ciò che Satana piantò, appena gli fu possibile, nella mente di Eva, che a sua volta fu piantato nella mente di Adamo. Questo è il concetto che chiunque può avere la capacità di discernere per se stessi ciò che è giusto o sbagliato – quello che è vero o falso. Nessuna quantità di studio al mondo può rendere chichessia in grado di determinare ciò che è vero e ciò che è falso. Anche se uno studia solo la Bibbia, cosa che milioni di persone hanno fatto, il criterio personale, che è basato in realtà su come ogni persona “pensa” (il modo in cui “io” vedo le cose), inquinerà ciò che è vero.

Studiare, facendo affidamento al proprio intelletto e facendo leva sulla nostra capacità di discernere e conoscere la verità di Dio non è solo imprudente, ma in realtà è stupido, pericoloso e semplicemente sbagliato. È anche altamente sconsigliabile fare affidamento su fonti esterne come vere e affidabili. Questo è il motivo per cui ho incoraggiato tutti ad essere diligenti nell’essere in unità con le 57 Verità, e di utilizzare il vasto archivio del grande patrimonio di conoscenza e di comprensione della parola di Dio che è contenuto sul sito web della Chiesa. Queste cose, insieme alla lettura delle scritture e la ricerca dell’aiuto di Dio attraverso la preghiera per comprendere, sono strumenti potenti che Dio ci ha dato per crescere e diventare spiritualmente forti.

La Parola Provare
Abbiamo appena parlato dell’uso improprio della parola greca che significa “dare diligenza” e/o “di lavorare”, che è stata tradotta come “studio” in alcune Bibbie inglesi. È semplicemente in errore, ed è un’interpretazione del tutto sbagliata di quello che scrisse Paolo. Questo è simile, e strettamente connesso con l’utilizzo malamente impiegato della definizione che molti hanno attribuito alla parola “provare” nelle Scritture. Quelli che parlano di “tornare indietro per provare le basi” applicano un uso sbagliato della definizione di questa parola.

In inglese, la parola “provare” ha due definizioni di base ed entrambe possono essere applicate al significato della parola greca originale. Un grave problema, tuttavia, è income la parola viene applicata nel contesto della scrittura greca, perché “il modo” in cui viene usata è molto specifico. Alcuni inconsapevolmente o volutamente, applicano malamente l’uso di questa parola al fine di sostenere (o di giustificare) il loro intento reale o la loro interpretazione desiderata, al fine di dare validità alle loro azioni. Questo è piuttosto un paradosso, una volta afferrato l’uso corretto di ciò che significa “provare” se stessi.

Una definizione di base della parola è quella di “stabilire la validità o stabilire l’autenticità” di qualcosa, e la seconda è quella di “testare o mettere alla prova” qualcosa o qualcuno. La seconda definizione è più in sintonia con la parola greca, ma entrambi sono valide se si capisce come la parola viene usata nel greco.

Il modo in cui questa parola è usata è molto chiaro nel suo contesto nelle scritture, ma con una piccola distorsione “nella maniera” del suo uso, essa diventa molto insidiosa e spiritualmente pericolosa. Il motivo per cui è così dannosa e pericolosa è che insinua un concetto totalmente falso e un insegnamento e una dottrina che sono totalmente in contraddizione con il modo in cui Dio chiama, insegna e conduce il Suo popolo. Torneremo su questo punto un po’ più tardi.

La parola greca tradotta nella parola inglese “provare”, è una parola che significa “testare, esaminare, e provare.” L’uso della parola, tuttavia, è nel contesto del processo di formare un giudizio o prendere una decisione se qualcosa o qualcuno è “approvato o disapprovato” nel modo in cui svolge o compie un compito. Il modo migliore per comprendere l’uso di questa parola è di vedere come viene utilizzata nel contesto delle scritture.

L’esempio di base più semplice e più chiaro, si trova in ciò che Cristo disse in una parabola di un uomo che fece una gran cena e invitò molte persone. Questa parabola prosegue poi con ogni ospite che dà una scusa del perché non può partecipare. Uno degli esempi dati è di un uomo che aveva appena acquistato alcuni buoi: “Un altro disse, ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi” (Luca 14:19).

In questo esempio, non sta dicendo che l’uomo stava per stabilire la validità o l’autenticità dei buoi, ma della loro performance – di quello che erano in grado di svolgere – il tipo di lavoro che erano in grado di fare. Provare i buoi era una questione di prendere una decisione o di fare una valutazione in base alle loro prestazioni – come lavoravano. Approvazione o disapprovazione dei buoi si basava su quello che erano in grado di fare.

Questa differenza potrà non sembrare così importante a prima vista in quanto al significato di questa parola “provare”, ma in realtà è estremamente importante nel modo in cui la parola viene applicata. Questo vi diventerà più chiaro mentre continuiamo su questo soggetto e potrete vedere come è stato falsamente applicato da quelli che parlano di “tornare indietro per provare le cose di base.”

L’uomo che aveva acquistato questi cinque buoi voleva semplicemente andare nei campi per vedere (verificare) il tipo di lavoro che potevano fare. Voleva metterli alla “prova” al fine di determinare se lavoravano in modo tale da poter essere approvati da lui, come loro proprietario.

Il significato della parola “provare” è elementare, ma il modo di mettere qualcosa o qualcuno alla prova è ciò che è importante. Non si può provare (dimostrare, verificare, o stabilire la validità di) qualcosa o qualcuno da ciò che uno “pensa” di propria testa, o per propria opinione, semplicemente guardando, osservando, giudicando o decidendo dal proprio punto di vista o percezione. La decisione o approvazione (o disapprovazione) poggia sul lavoro, la prestazione e/o il risultato di qualcosa o di qualcuno. Questo è “come” qualcosa o qualcuno è approvato attraverso il testare (provare).

Vi è una scrittura spesso usata in preparazione della Pasqua dell’Eterno, che utilizza questa stessa parola in un modo che chiarisce anche il suo corretto utilizzo attraverso il contesto: “Esaminate (greco – tenete conto di) voi stessi per vedere se siete nella fede. Mettetevi alla prova (stabilite la validità). Non riconoscete voi stessi che Gesù Cristo è in voi? A meno che (greco – o altrimenti, se non) non siate riprovati (greco – respinti, non approvati) “(2 Corinzi 13:5). Il monito è quello di prendere atto della propria vita e di come la state vivendo. Si tratta di mettere noi stessi all’esame (come nel fare un test, un esame) per vedere (determinare) come stiamo vivendo (applicando) il modo di vita di Dio. In un tale resoconto della propria vita, gran parte della prova di “come” stiamo vivendo la via di Dio sarà determinata dal modo in cui viviamo la nostra vita verso gli altri e se sta rivelando, o meno, l’opera dello spirito di Dio in noi.

L’insidioso ed Ingannoso Uso di “Provare”
Ho già detto che l’uso improprio e l’applicazione erronea della parola “provare”, come fanno alcuni quando si parla di “tornare indietro e provare le cose di base,” è insidioso e spiritualmente pericoloso. Anche in questo caso, la ragione per cui è così pericoloso è che si insinua un totalmente falso insegnamento o dottrina nella scrittura che non sono affatto scritturali. In realtà, è totalmente in contraddizione con come Dio opera veramente nella vita del Suo popolo.

Il falso concetto di “tornare alle basi e provarle” può sembrare come qualcosa di nobile, corretto e giusto, ma è lontano da tutto questo. Questa idea di tornare indietro e provare le nozioni di base è il risultato della interpretazione erronea di una scrittura in 1 Tessalonicesi 5:21 che dice: “Provate ogni cosa, tenete ciò che è buono.”

Dobbiamo infatti “provare tutte le cose”, ma solo nel modo in cui Paolo sta ammonendo e non nel modo in cui alcuni interpretamo malamente questo. Sta Paolo forse dicendo alla gente nella Chiesa di Dio, che essi hanno la responsabilità di provare per mezzo dello studio, dell’intelletto o dell’intuizione personale se un determinato insegnamento biblico o una dottrina sono giusti o sbagliati – veri o falsi? Hanno i membri del Corpo di Cristo l’onere di verificare la validità o la verità degli insegnamenti nella Chiesa di Dio?

Queste sono davvero delle buone domande, perché dovrebbero aiutarvi a ad una migliore comprensione di come Dio rivela la verità al Suo popolo. Nel seno del Corpo di Cristo, la verità non viene rivelata ai singoli membri attraverso lo studio personale, la perspicacia, o l’intelletto, non importa quanto uno cerchi di provare qualcosa come vera o falsa attraverso la propria capacità. Tale idea, concetto, o insegnamento sono totalmente contrari alla verità di Dio, all’operare del Suo ministero, e alla struttura che Dio ha creato nella Sua Chiesa – il Suo governo.

Quello che Paolo stava dicendo era che le persone devono provare – stabilire la validità delle verità e delle vie di Dio – mettendole alla prova, vivendole e mettendole in pratica nella loro vita, e quindi dando la loro approvazione che è l’unico vero modo di vita da vivere. Quando lui dice di “provare ogni cosa”, si riferisce solo ad “ogni” cosa data da Dio, e non di vivere e provare ogni cosa possibile nella vita umana.

Come Dio Opera
La distorsione della parola “provare” da parte di alcuni, è una cosa proprio subdola, ingannevole, insidiosa e totalmente falsa. È molto pericolosa spiritualmente, a causa di ciò che un tale concetto veramente insegna. Esso insegna che uno ha la capacità in se stesso di discernere, di giudicare, di valutare, e di decidere da sé ciò che è vero e ciò che è falso. Se ciò fosse vero, non ci sarebbe bisogno dello spirito di Dio per guidarci in tutta la verità. Nessuno ha una tale capacità al di fuori di Dio, di discernere o di sapere queste cose. Tali cose devono essere rivelate spiritualmente da Dio. Questo è il modo in cui Dio opera in noi per darci le Sue verità. L’idea che uno abbia una capacità inerente di discernere o di arrivare ad una conclusione su ciò che è vero, senza la rivelazione di Dio, è la stessa menzogna che Satana rifilò su i primi due esseri umani. Satana cerca di intrufolare questo falso concetto nella vita di tutti quelli cui Dio chiama e con cui opera. È così che lui persuase un terzo del regno angelico di seguirlo.

Le vie di Dio, – le Sue verità – si possono solo provare obbedendole e vivendole. Non potete darne prova agli altri, come il modo giusto (vero) di vivere, perché tale prova è il risultato di una convinzione (una approvazione) personale alla quale ci si arriva obbedendole e vivendole, e assaporando personalmente i risultati. Questo processo è il vero utilizzo di ciò che Paolo stava dicendo quando disse di “provare ogni cosa.” Egli continuò dicendo: “Tenete ciò che è buono.” Paolo stava semplicemente dicendo che ciò che Dio ci ha dato di vivere è un bene, e dovremmo tenerlo caro una volta che lo abbiamo sperimentato (provato, vissuto).

Il credere che chiunque possa venire a conoscenza della verità – di ciò che è giusto o sbagliato, per mezzo del ragionamento, dell’intelletto o dello studio, o per mezzo di qualsiasi altro mezzo umano, non è che una semplice menzogna. Né può uno “tornare indietro” e provare di nuovo la verità attraverso il proprio intelletto, ragionamento o studio. Uno non può provare di nuovo ciò che non ha mai provato come vero in primo luogo. La verità è qualcosa che viene direttamente da Dio e si riceve solo per fede.

Siete venuti a conoscenza della verità della vera Chiesa di Dio per mezzo del vostro proprio ragionamento, intelletto, e/o studio? No! Ma Dio vi ha chiamati ad essa. Dio vi ha dovuto attirarvi per poi rivelarvela. Siete venuti a conoscenza dei Sabati di Dio con i mezzi propri, in particolare parlando dei giorni santi annuali, o ha dovuto Dio rivelarveli? È vero che Dio ha messo a vostra disponibilità dei messaggi registrati (contenenti la Sua verità) o delle pubblicazioni da poter ascoltare e/o studiare, col fine di apprendere tali cose, ma Dio ha dovuto rivelarvele (comunicarvele) come vere attraverso il potere del Suo spirito. Egli deve rivelare la conoscenza della Sua verità, e sta a noi poi riceverla, una volta che Egli ci dà la possibilità di conoscerla (di crederla e di agire su di essa – la fede).

Quanto velocemente alcuni lasciano (abbandonano o ignorano) il semplice insegnamento che Dio ha rivelato fin dall’inizio, che è Lui che chiama e rivela la verità a noi.

“Chi tra gli uomini, infatti, conosce le cose dell’uomo (del genere umano, di un mondo fisico), se non lo spirito dell’uomo che è in lui (se non attraverso la ragione umana e l’intelletto umano che Dio ha dato all’uomo)? Così pure nessuno conosce le cose di Dio, se non lo spirito di Dio. Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo spirito che viene da Dio (per vedere e conoscere le cose di Dio), affinché conosciamo (imparare a conoscere e vedere) le cose che ci sono state donate da Dio. Di queste anche parliamo (siamo in grado di raccontare, discutere, comunicare, predicare), non con parole insegnate dalla sapienza umana (dell’intelletto o la ragione umana), ma insegnate dallo spirito santo, esprimendo cose spirituali con parole spirituali” (1 Corinzi 2:11-13).

Questo è il modo in cui Dio ci rivela tutta la verità. Essa comincia ad esserci rivelata fin dall’inizio della nostra chiamata, e quindi lo spirito di Dio continua a rivelarci sempre più cose, per permetterci di continuare a costruire su ciò che è stato dato prima. Allora, com’è che Dio rivela la Sua verità e i veri modi di vita alla gente? Viene forse fatto per rivelazione personale data “direttamente” da Dio ad un individuo? No, a meno che uno sia un profeta o un apostolo. Questo è semplicemente come Dio ha strutturato la Sua Chiesa, e come deve funzionare. È cosè che Dio lavora.

Quando qualcuno comincia a credere alla menzogna che si può conoscere la verità di Dio attraverso la ragione e lo studio, allora si comincia velocemente a perdere ciò che Dio liberamente ha dato, perché è Dio che ci dà, non solo la Sua verità, ma è Dio che la sostiene in noi per mezzo del Suo Spirito che abita in noi. In verità, la linea di fondo è una questione di sapere dov’è la vera Chiesa di Dio, e solo Dio può rivelare quest’unico corpo spirituale a qualcuno. Questa Chiesa è l’unico mezzo che Dio ha dato, che consente la crescita spirituale attraverso i sermoni, delle altre verità che sono state registrate, e materiale scritto che Dio e Cristo ispirano d’essere dato al Suo popolo per mezzo del Suo ministero. Senza questa fonte diretta, per mezzo della quale Dio opera direttamente attraverso la Sua Chiesa e il Suo ministero, uno comincerà a morire di fame spiritualmente per la mancanza di alimento che viene somministrato solo in questa maniera.

In effetti, quanto rapidamente un individuo può perdere ciò che Dio gli ha liberamente dato, una volta che sceglie di credere qualsiasi menzogna e si separa dalla Chiesa di Dio. Certi individui possono andare, e sono andati rapidamente indietro a credere che la roccia (Petra, Selah) parla di un luogo fisico di sicurezza (di protezione) in Giordania, invece di credere che Dio è la nostra Roccia di sicurezza. Certi individui sono tornati a credere che ci sono due Dei che sono eternamente esistiti, effettivamente tornando ad abbracciare una gran parte della dottrina Cattolica della Trinità. E così via. Questo fa piacere a Satana. Lui e il mondo demoniaco cessano di attaccarli, ma invece rendono la loro vita più comoda in questo mondo fisico a cui sono tornati. Tali individui non sono più impegnati in una battaglia spirituale, per ritenere ciò che Dio aveva loro dato.

È per queste ragioni che dovremmo studiare le verità che Dio ci ha dato, in modo che si possa rimanere lucidi e forti nella parola di Dio. Questa è semplicemente una parte del rimaner fedeli a ciò che Dio ci ha già dato, e di non lasciarlo sfuggire, ma di ricordarlo, affinché si possa più facilmente costruire su di esso, mentre Dio continua a darci liberamente sempre di più. Dovremmo cercare di ricordare e di rimanere fedeli a ciò che ci viene dato. Questo in effetti significa che dobbiamo davvero “tornare indietro” affinché ci venga ricordato, e si sia rafforzati in ciò che Dio ci ha dato. Questo è il contesto corretto che dovremmo usare, se mai si parla di “tornare indietro”, ma mai in un contesto di provare le cose per noi stessi oltre a ciò che Dio ha dato – Le 57 Verità!